Protesi d’anca bilaterale: il caso di Antonio

L’artrosi dell’anca, o coxartrosi, è una patologia progressiva che causa dolore e limitazioni funzionali significative, che con il tempo possono divenire tanto invalidanti da rendere necessario il ricorso a un intervento di chirurgia protesica per la sostituzione dell’articolazione danneggiata con un impianto artificiale.

Peraltro, in una quota non trascurabile di persone, la coxartrosi può colpire contemporaneamente entrambe le anche.

In questi casi, se le condizioni del paziente lo permettono, è possibile valutare l’opzione di effettuare un intervento di chirurgia protesica bilaterale, in cui entrambe le articolazioni siano sostituite nel corso della medesima procedura chirurgica.

È il caso di Antonio, un mio paziente di 45 anni, che in seguito all’intervento di chirurgia protesica bilaterale dell’anca ha ripreso in mano la sua vita tornando a poter svolgere le attività della vita quotidiana che l’artrosi a entrambe le anche gli aveva precluso. 

Il caso clinico

Antonio, impiegato tecnico sempre in movimento, ricorda che già intorno ai 16 anni percepiva una ridotta mobilità alle anche, soprattutto nei movimenti di apertura delle gambe.

Con gli anni la rigidità articolare e le limitazioni nei movimenti (anche i più banali) si sono fatte sempre più evidenti, e a questa sintomatologia si è aggiunta la zoppia.

Gli esami diagnostici avevano evidenziato la presenza di un’artrosi in fase avanzata a entrambe le anche.

Già nel 2018 gli era stata prospettata la necessità dell’intervento di sostituzione articolare a entrambe le anche, ma Antonio aveva preferito temporeggiare vista la giovane età (“Avevo 39 anni e mi sembrava un po’ presto”).

All’inizio del 2023 però il dolore era diventato costante e non più sopportabile e le attività più banali erano diventate problematiche.

L’intervento di artroprotesi per la sostituzione di entrambe le anche era ormai inevitabile e date le buone condizioni di salute di Antonio e la sua forte motivazione, gli ho proposto l’intervento di chirurgia protesica bilaterale. 

L’intervento bilaterale e i suoi vantaggi

Ho spiegato ad Antonio come si sarebbe svolto l’intervento chirurgico, informandolo che avrei utilizzato la via d’accesso anteriore, che sfrutta gli spazi intermuscolari senza ricorrere al taglio di muscoli, determinando così un minor dolore in fase postoperatoria e una ripresa più rapida.

Immaginavo di dover dissipare eventuali dubbi o timori che possono sorgere in vista di un intervento di questo tipo, ma in realtà Antonio era entusiasta all’idea di poter sostituire insieme entrambe le anche. 

In effetti, l’impianto di entrambe le articolazioni nel corso del medesimo intervento chirurgico permette al paziente di beneficiare di vantaggi non trascurabili ossia un solo periodo di fermo dal lavoro, un unico ricovero, un’unica anestesia e un unico percorso di riabilitazione.

Le parole di Antonio: “È stato come spegnere un interruttore”

Antonio è stato sottoposto all’intervento bilaterale d’anca nel mese di ottobre. L’intervento è andato molto bene e a meno di 24 ore dalla procedura Antonio ha iniziato a fare i primi passi con il deambulatore e dal secondo giorno con le stampelle. 

Ecco le sue parole in proposito: “Mi sono alzato dal letto e non avevo più male! È stato come spegnere un interruttore”.  

Antonio ha svolto con costanza un programma di riabilitazione personalizzato con esercizi specifici per recuperare al meglio la funzionalità articolare e potenziare la muscolatura e dopo circa 40 giorni dall’intervento ha abbandonato l’uso delle stampelle. 

Ecco le sue parole in proposito: “La riabilitazione è stata impegnativa, ma ero motivato. Giorno per giorno vedevo i risultati e questo è stato una spinta non indifferente. Avevo voglia di fare per poter recuperare”. 

E conclude: “Adesso sono rinato. È stata un’esperienza positiva”.

Antonio ora ha ripreso in mano la sua vita, non ha dolore e può seguire con gioia il figlio che ha da poco iniziato a camminare.