I processi degenerativi a carico della cartilagine articolare possono rendere necessario il ricorso a un intervento di chirurgia protesica; ma quali sono i criteri che indirizzano la scelta verso l’impianto di una protesi totale di ginocchio o di una protesi monocompartimentale?
Chirurgia protesica del ginocchio: quando e perché
Una delle principali indicazioni per l’impianto di una protesi del ginocchio è la gonartrosi, una patologia degenerativa e progressiva della cartilagine che riveste i capi ossei articolari.
L’artrosi del ginocchio può essere primitiva oppure secondaria ad altre condizioni che determinano una distribuzione anomala dei carichi sui compartimenti articolari (per esempio, deformità quali il varismo o il valgismo, lesioni traumatiche, overuse) favorendo l’usura cartilaginea solo di una parte del ginocchio. L’articolazione del ginocchio è infatti costituita da tre compartimenti: mediale interno, laterale esterno e femoro-rotuleo.
Nei pazienti con gonartrosi che presentano dolore, rigidità articolare e limitazioni funzionali tali da divenire invalidanti e in cui le terapie conservative non abbiano sortito effetto, l’approccio risolutivo è rappresentato dalla chirurgia protesica.
La situazione specifica di ciascun paziente guida il chirurgo nella scelta di effettuare la sostituzione dell’intera articolazione con l’impianto di una protesi totale, oppure della sola porzione colpita dall’artrosi con un impianto protesico mininvasivo: la protesi monocompartimentale.
Protesi totale e monocompartimentale
La protesi totale di ginocchio è indicata quando il processo artrosico è in fase avanzata, e il danno articolare è grave e colpisce tutti e tre i compartimenti dell’articolazione del ginocchio.
Ma oggi non esiste solo la protesi totale. Abbiamo a nostra disposizione anche la protesi monocompartimentale di ginocchio, più conservativa in quanto progettata per sostituire solo la porzione ossea danneggiata. Questa tipologia di protesi può dunque rappresentare la strategia più adatta in casi selezionati, ovvero nei pazienti in cui il processo artrosico interessa un solo compartimento del ginocchio.
In particolare, è possibile impiantare una protesi monocompartimentale femoro-tibiale mediale per sostituire il compartimento mediale interno, una protesi femoro-tibiale laterale per sostituire il compartimento laterale esterno, oppure una protesi monocompartimentale femoro-rotulea per sostituire il compartimento femoro-rotuleo. In casi eccezionali, quando l’artrosi interessa due dei tre compartimenti del ginocchio, è possibile impiantare due protesi monocompartimentali nel medesimo ginocchio invece della protesi totale, risparmiando così il comparto ancora sano.
I vantaggi della protesi monocompartimentale
L’intervento per l’impianto di una protesi monocompartimentale è meno invasivo rispetto a quello di una protesi totale di ginocchio. Prevede dimensioni dell’incisione più ridotte (la cicatrice è meno visibile) e un maggior risparmio dei tessuti molli e del tessuto osseo, con una conseguente diminuzione delle perdite ematiche e quindi della necessità di trasfusioni di sangue, oltre che un minor dolore postoperatorio.
Tutto questo si traduce in una serie di vantaggi non trascurabili per il paziente, in particolare tempi di degenza postoperatoria più brevi e tempi di recupero più veloci, con un ritorno più rapido alle attività della vita quotidiana, incluso lo sport.
Infine, poiché nell’atto chirurgico vengono preservati i legamenti crociati (anteriore e posteriore), la protesi monocompartimentale garantisce un recupero funzionale migliore e un risparmio della propriocettività articolare.
Quando avvalersi della protesi monocompartimentale?
La protesi monocompartimentale presenta dunque numerosi vantaggi per il paziente e garantisce risultati funzionali elevati, ma non può essere proposta a tutti.
La protesi monocompartimentale è infatti indicata solamente in pazienti non in sovrappeso, senza eccessive deformità in termini di varismo o valgismo e quando tutti i legamenti del ginocchio sono integri.
In genere non propongo l’impianto di una protesi monocompartimentale a pazienti che sono stati sottoposti in precedenza a un’osteotomia (una procedura chirurgica finalizzata a correggere alcune deformità ossee) oppure che svolgono attività lavorative che comportano un carico molto elevato sul ginocchio oppure che praticano sport di contatto.