Circa un quarto dei pazienti riceve una protesi d’anca prima dei sessant’anni e spesso si tratta di persone attive con l’abitudine allo sport. Ma cosa accade dopo l’intervento di impianto? È ancora possibile praticare l’attività motoria o lo sport è precluso? A queste e ad altre domande rispondo in questo articolo.
Perché si impianta una protesi d’anca
L’impianto di una protesi d’anca si rende necessario quando sono presenti alcuni sintomi caratteristici come il dolore e la limitazione funzionale che condizionano in maniera significativa la qualità della vita del paziente. Questi sintomi sono in genere causati dalla presenza di alcune patologie (la più comune è l’artrosi) o sono conseguenti a traumi. In ogni caso la cartilagine articolare, che funge da cuscinetto tra le ossa, inizia a consumarsi causando l’attrito tra le componenti ossee e quindi il dolore.
Quando si tratta di artrosi secondaria (cioè dovuta a traumi oppure a overuse) i pazienti sono spesso giovani e sportivi e dunque spaventati dagli eventuali risvolti negativi che l’impianto di protesi può avere sulla loro attività fisica. La realtà è che protesi d’anca non è sinonimo di addio allo sport, anzi: con le opportune precauzioni una regolare attività non solo non è controindicata, ma è addirittura raccomandata per garantire una buona tonicità muscolare a sostegno dell’articolazione e per mantenere una buona mobilità.
Movimento sì o no?
Iniziamo con il dire che il nemico numero uno delle articolazioni è l’immobilità e questo vale anche per le articolazioni artificiali impiantate chirurgicamente. Due sono i principali motivi per cui le articolazioni beneficiano del movimento: il primo è la produzione di liquido sinoviale che è un vero e proprio lubrificante naturale prodotto dal corpo. La produzione di liquido sinoviale è stimolata dal movimento tant’è che più un paziente è immobilizzato a letto più le articolazioni si “seccano” con tutto ciò che ne consegue in termini di dolore e infiammazione. Il secondo motivo è che muoversi garantisce il mantenimento di una buona tonicità muscolare e i muscoli sono uno dei più importanti fattori di protezione e stabilizzazione delle articolazioni. Dunque la risposta alla domanda che ci siamo posti qui sopra è: assolutamente sì, il movimento è indicato dopo l’impianto di una protesi d’anca.
Quali sport si possono praticare dopo l’impianto
Una vita attiva è dunque indicata dopo l’impianto di una protesi d’anca, ma cosa possiamo dire riguardo allo sport? Anche in questo caso, con le opportune precauzioni, la risposta che possiamo dare è senz’altro positiva. Una prima importante distinzione va però fatta tra tra chi praticava una determinata attività prima dell’intervento e chi no: alcuni sport come ciclismo, equitazione, trekking, sci di fondo e tennis infatti non sono controindicati soltanto per chi li praticava già prima dell’intervento mentre è sconsigliato iniziare a praticarli dopo l’intervento.
In genere gli sport da evitare sono tutti quelli di contrasto e/o ad alto impatto sulle articolazioni perché si potrebbero danneggiare le componenti protesiche. È il caso degli sport di squadra, dei vari tipi di lotta, della corsa e di tutte le attività aerobiche ad alto impatto. Gli sport consentiti a tutti sono comunque numerosi: camminata, bicicletta e nuoto vanno benissimo così come i vari tipi di tiro, i balli da sala, il golf e le attività dolci come yoga e pilates, evitando le posizioni estreme che potrebbero causare la lussazione della protesi.
Tipologie di intervento e sport
Quello che abbiamo detto finora è valido per qualsiasi tipo di protesi impiantata e per qualsiasi tecnica chirurgica utilizzata per eseguire l’intervento. Entrando più nello specifico possiamo però sottolineare alcune piccole differenze. In caso di protesi impiantata con l’accesso per via anteriore diretta il ritorno allo sport potrà essere più rapido: questo intervento infatti non prevede tagli muscolari e il fatto che i muscoli siano rimasti intatti consente un recupero più rapido e una minore difficoltà nel riprendere i movimenti oltre che un minor rischio di lussazione dell’impianto.
Oggigiorno per i pazienti sportivi si utilizza, in casi molto selezionati, la cosiddetta protesi di rivestimento che consiste nella copertura della testa del femore con una coppa metallica risparmiando in gran parte la componente ossea. Da quello che si può intuire si tratta di un grande vantaggio in termini di trauma chirurgico, ma presenta alcuni importanti svantaggi come la necessità di un taglio cutaneo molto più ampio rispetto alle procedure tradizionali e il fatto di essere totalmente controindicato nelle pazienti donne.
Conclusioni
Sport e protesi d’anca possono convivere senza problemi. Le precauzioni necessarie sono quelle di:
- rispettare il proprio stato di salute
- rispettare il proprio grado di allenamento
- non strafare
- affidarsi sempre ai consigli del proprio ortopedico di fiducia.
Ove necessario, è consigliabile farsi seguire nel percorso di transizione tra la riabilitazione e il ritorno alla propria attività da un fisioterapista specializzato in sport.